San Leonardo, antica chiesa parrocchiale di Bessude

Altre notizie dai documenti dell'Archivio Storico Diocesano

di Giancarlo Zichi

da LIBERTA', Sassari 25 Ottobre 2002

 

Ho appreso con soddisfazione direttamente dall'arcivescovo Mons. Salvatore Isgrò e dalla relazione della visita pastorale svoltasi nella parrocchia di Bessude alla fine dello scorso mese di settembre, l'interessante notizia che la chiesa di S. Leonardo è ritornata al suo antico splendore, in seguito ad un restauro tanto provvidenziale quanto accurato. Ho voluto indagare attraverso i documenti conservati nell'Archivio Storico Diocesano per conoscere ulteriori notizie su questo monumento di valore.

La chiesa di S. Leonardo non viene mai citata né dal Codice di S. Pietro di Sorres né da altro Condaghe medievale. Nei documenti delle due visite pastorali svolte dall'arcivescovo Salvatore Alepus nel 1553 e nel 1555, si sarebbe potuto rintracciare qualche preziosa informazione: ma in entrambi gli anni mancano le relazioni relative alle visite dei paesi del Meilogu. E' necessario arrivare alla fine del secolo XVII per avere qualche notizia della chiesa. La prima informazione, infatti, appare in una breve relazione della seconda visita pastorale dell'arcivescovo turritano Giovanni Morillo y Velarde, svoltasi nella parrocchia di Bessude il 12 marzo 1688. Segue al resoconto della visita, scritto dal segretario Sebastiano Solaris, l'elenco delle chiese rurali del territorio di quel paese. Al primo posto è indicata proprio la chiesa in questione e vi è scritto testualmente: «San Leonardo es muy vezino a la villa; era Parroquia antigua y sirbe de cemiterio». Da questa pur laconica annotazione derivano importanti indicazioni per la storia ecclesiastica della comunità di Bessude. In primo luogo che S. Leonardo era l'antica chiesa parrocchiale. In secondo luogo che ancora al tempo dell'arcivescovo Morillo la chiesa era ufficiata perché adibita a cimitero, come viene confermato anche dalle annotazioni dei luoghi di sepoltura negli atti di morte, indicati nei registri dei defunti della stessa parrocchia. Se dunque l'edificio sacro veniva utilizzato come luogo di sepoltura, ancora nei secoli successivi, come più oltre indicherò, significa chiaramente che non era proprio in stato di grave abbandono. Del resto ciò si ricava anche dal detto elenco delle chiese rurali. Delle sette chiese indicate: S. Leonardo, S. Maria della Natività (oggi de Nuraghes), S. Barbara, S. Sisto, S. Nicola, S. Lorenzo, S. Pietro, solo per l'ultima vien usata l'espressione «destruyda», ossia diroccata.

Altre interessanti informazioni si possono ricavare dai questionari della prima metà dell'ottocento, compilati da ciascun parroco, prima di ogni visita pastorale, in conformità alle circolari arcivescovili del tempo. Si noti il particolare curioso che le notizie storiche sulla chiesa di S. Leonardo, nel presente come nel passato, vengono tramandate in documenti scritti nel contesto di visite pastorali.

Si conservano, così, sempre nell'Archivio Storico Diocesano, due questionari, entrambi scritti a distanza di dieci anni uno dall'altro dal vicario parrocchiale perpetuo di Bessude don Giovanni Manca. Di questi, il primo fu compilato in occasione della visita dell'arcivescovo mons. Carlo Tommaso Arnosio, avvenuta il 18 maggio 1824, il secondo per quella dell'arcivescovo Giovanni Antonio Gianotti, effettuata probabilmente nel mese di aprile del 1834. Entrambe le relazioni, scritte dalla stessa mano, sono pressoché identiche. Per quanto riguarda il nostro argomento, vi si trovano importanti e puntuali indicazioni. Intanto che l'attuale chiesa parrocchiale di S. Martino fu eretta nel 1620, «per essersi in detto anno abbandonata l'antica parrocchiale di S. Leonardo che tuttora esiste circa 25 metri fuori della popolazione». Non viene indicata, però, la ragione dell'abbandono. Suppongo che a cavallo dei secoli XVI e XVII il centro abitato si sia esteso più a valle verso una contrada più soleggiata e quindi più salubre. Di qui l'esigenza di erigere una nuova chiesa parrocchiale, intitolata ad altro santo, appunto a S. Martino vescovo, dal momento che l'antica chiesa di S. Leonardo continuava ad essere ufficiata. Comunque l'antico patrono del villaggio non fu dimenticato da parte della popolazione di Bessude, in quanto il santo veniva festeggiato ogni anno con grande solennità, tramandandone in tal modo l'antico culto.

Le relazioni del parroco Manca forniscono altri particolari interessanti. Intanto che l'antica chiesa, «non avendo più né fondi né dote», passati ormai alla parrocchia di S. Martino, veniva restaurata a spese di quest'ultima. In secondo luogo che l'antica chiesa parrocchiale era adibita a «Comun Campo Santo» e che all'interno della stessa si trovavano «16 sepolture tutte comuni». Inoltre si ricava che attiguo alla chiesa sorgeva altro cimitero, «ben murato a fabbrico». «Le chiavi di detta chiesa e cemeterio - annotava il Manca - le conserva il sottoscritto Parroco».

In dette relazioni viene indicato anche un particolare prezioso riguardante il pavimento della chiesa. Vi si scrive, infatti, che questo è «a mattoni». Si tratta forse dell'originario pavimento in cotto? La notizia è ancora più interessante, se si considera, come annota ancora il parroco, che il pavimento della chiesa di S. Martino e dell'Oratorio di S. Croce era «lastricato a contoni» e quello della chiesa della Santissima Vergine di Nuraghes e di S. Teodoro semplicemente a «smaldo», ossia eseguito mediante una composizione pastosa di ghiaia o di sabbia e calcina con acqua.

E' sicuramente encomiabile l'opera del recente restauro che ha restituito l'opera ai fedeli e ai visitatori. Sarebbe però auspicabile riprendere anche la secolare tradizione di celebrarvi la festa dell'antico patrono.