S A L D I G N A

Giuseppe Manca

 

Editrice Sarda Fratelli Fossataro

Cagliari, 1960

 



Voluminosa e poco conosciuta opera (875 pagine), del dottor Giuseppe Manca di Pattada. Il sottotitolo e la dedica sono:
Custa est sa Saldigna
frutto della mia lunga dura solitudine

Hanno collaborato i miei cari morti
sempre vivi
dandomi la forza della resistenza

 

Come specifica nella presentazione, Manca si è avvalso anche della collaborazione di molti Sindaci.
L'articolo su Bessude porta infatti la firma dell'allora sindaco Antonio Maria Chighine.


Il paese sorge ai piedi del monte Pelao, a m. 435 s.l.m. e conta 745 abitanti, con una estensione di 2.684 ettari di territorio.
Di origine assai remota, rimase spopolato, pare per epidemia, attorno al sec. XII; mentre contava una popolazione alquanto superiore a quella attuale.
Il nome dovrebbe derivare da bis undas, per essere il paese situato fra due ruscelli che scendono a valle dal monte Pelao, e pare che Bisundas fosse il suo antico nome. (Secondo altri Bessude verrebbe da Silva Exuta (Camillo Bellieni) essendo molti i boschi che lo attorniavano in gran parte, ora, distrutti).
Che il paese fosse molto più popolato ed esteso in epoca remota, si può desumere da ruderi di antiche chiese situate a circa due km quella di San Sisto, sulla strada per Thiesi, e a circa 1 km. quella di San Teodoro, sulla strada per Siligo, a partire dall'attuale perimetro dell'abitato.
A poche decine di metri dalla chiesa di San Teodoro si trova un Nuraghe (distante dalla strada provinciale circa 500 metri) in buono stato di conservazione che domina l'intera vallata per Siligo. In cima al Nuraghe trovasi una pietra bianca la quale emette un suono quasi metallico.
Nella periferia dell'abitato ed in discreto stato di conservazione trovasi la chiesa di San Leonardo, pare, già dei frati Benedettini, che è da far risalire a circa il XII secolo.
Attualmente esiste la sola Chiesa di San Martino Vescovo (parrocchia) e l'oratorio di Santa Croce, da attribuire al '600 circa.
Nella chiesa parrocchiale, nell'altare maggiore, trovasi un dipinto di ignoto di notevole pregio, anche se in cattivo stato di manutenzione, di proporzioni 3x4 metri circa (in tela) raffigurante il patrono San Martino mentre divide il manto col poverello, stando a cavallo. Nella capella detta di San Giuliano trovansi delle frasi latine dettate dal noto latinista Padre Carboni, e nella capella di fronte la tomba del Mons. Giuliano Cabras, nato e deceduto a Bessude, che per breve tempo resse la diocesi turritana agli inizi del secolo.
Nella sagrestia si trovano grandi quadri, oltre che del Cabras, dei vescovi Marongiu e Maronginu, nativo di Bessude il primo e di Banari il secondo.
L'economia è agro pastorale; si produce un po' di vino e alquanto olio di oliva (in misura più che sufficiente il secondo).
Esiste una piccola industria di tappetti e arazzi sul genere di quelli di Ploaghe.
D'estate il clima è salubre e piacevole e perciò qui si trascorrono bei periodi di riposo anche per l'abbondanza di ottima e fresca acqua di sorgente, di frutta e verdura.

Il Sindaco A. M. Chighine