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[Bessude], s.g., s.m. [ottobre]*1800

 

Tiesi pagò il giorno 6 del corrente il fio della scandalosa sua fellonia. Umiliato il reo villaggio da numerosa spedizione dovette soccombere ad un rovinoso bottino, all'incendio di molte case, all'orrendo massacro di molti, alla prigionia di non pochi. De' valorosi soldati caddero ben pochi, e pochissimi ricevettero qualche ferita (1). Il danno sofferto ascenderà a 80 m scudi. Ora si spera qualche tratto della real clemenza, per cui ritorneranno nella desolata patria tanti e tanti, da' quali si teme la desolazion delle campagne, del bestiame ec. ec. Raccomandiam tutti e tutto a Dio.

Non morrò, spero, senza rimborsarvi il debito contratto per la lettera del principe Hercolani. Comandatemi con fraterna libertà, e credetemi frettolosamente

 

Vostro affezionatissimo amico vero
Franc. Carboni


* Trattandosi, nella lettera, della rivolta di Thiesi del 6 ottobre 1800, si deduce che il mese mancante sia ottobre.

(1) La mattina del 6 ottobre infatti, ben 1400 uomini, tra i quali delinquenti comuni a cui era stata promessa la grazia in cambio della loro partecipazione alla spedizione, guidati dal cav. Tommaso Grondona, giunsero a Thiesi. Ad aspettarli però, c'erano 800 armati arrivati anche dai vicini villaggi di Bessude e Banari. La lotta fu cruenta e sanguinosa: 60 tra morti e feriti e 20 prigionieri per i villici, solo due morti per le truppe regie e qualche ferito, compreso il Grondona che si ritirò dal campo. E fu proprio il mancato controllo di quest'ultimo a scatenare la ferocia dei miliziani che saccheggiarono e incendiarono brutalmente la villa. Cfr. S. POLA, I moti delle campagne di Sardegna cit., pp. 91-93. In base alla versione dei fatti raccolta da Giovanni Lavagna, avvocato fiscale generale presso il Magistrato della Reale Udienza a Cagliari, sarebbe stato proprio il Grondona ad ordinare il saccheggio di Thiesi. Cfr. C. SOLE, Le "Carte Lavagna" e l'esilio di Casa Savoia in Sardegna, Milano, 1970, pp. 151-152.