Bessude, 24 settembre 1803
Angele Dei
La carità vostra verso il chirurgo Solinas
non è minore di quella del medesimo, per cui obblia se
stesso ed i propri interessi, o gli pospone alla cura degli ammalati
di questo popolo, non volendo allontanarsene neppur un giorno
per gire in Sassari, ed abboccarsi col cav. Villamarina. Seguon
le febbri ad infestar queste contrade; e la rosolia non burla,
emulando il vaiuolo (1).
Nuovamente vorrebbon, come sento a dire, intorbidarci la tranquillità
i Corsi o gallo-corsi, e renderci amare le vendemmie. Eppure nulla
io temo, ed i predatori seguiranno in Alghero ad umiliare e mortificare
i predati. Così si avesse qualche [Cornucopia] per corrispondere
a tanti pagamenti, che fan gemere ed i poveri ed i ricchi! La
pace è troppo restìa. Maledetti galli! Maledetti
Inglesi! Di quanti mali non son essi sorgente inesausta?
Vi saluta il nostro Pietro, ed io vi abbraccio in ispirito co'
candidissimi vostri fratelli angioso de' vostri comandi, essendo
(1) Pare che le malattie più comuni fossero le febbri "d'intemperie, o prese in aria cattiva" che spesso portavano alla morte e che avevano una durata di tre o quattro mesi; le febbri terziane o quartane; le malattie a carattere infiammatorio; il vaiolo, che causava la morte di molti ragazzi. Cfr. F. D'AUSTRIA-ESTE, Descrizione della Sardegna cit, pp. 200-201.