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Bessude, s.g. agosto 1802

Amico vero

Eccomi guardando il letto 13 giorni, senzachè la terzana faccia grazia. Raccomandatemi al B. Salvatore da Orta (1). La testa non mi regge a ringraziarvi della vostra carità verso il buon chirurgo Salvator Polo, il quale presentemente non può abbandonar il villaggio, dove giacciono gli ammalati a cento a cento. Il nostro Luigino in due periodette, o Francesco, od Ignazio, meno occupati di voi, potrebbono schiccherar la supplica da voi savissimamente suggerita. Non mi regge la testa.
Addio, anima candidissima, baciate i vostri fratelli, e credetemi

Il vostrissimo
Carboni



(1) Salvatore d'Horta, santo. Di umile famiglia, nacque in Spagna nel 1520. Rimasto orfano ancora adolescente lasciò il paese natio per andare a cercare lavoro a Barcellona, dove imparò il mestiere del calzolaio. Fu accolto dai francescani ,nel 1541, nell'abbazia di Barcellona, dove si distinse per virtù e grande pietà. Nel 1542 fu trasferito a Tortosa dove incontrò l'incomprensione dei suoi confratelli nonché l'ostilità dei superiori che, ritenendolo indemoniato a causa dei suoi poteri taumaturgici, lo trasferirono da un convento all'altro. L'ultima tappa del suo girovagare fu il convento di S. Maria di Gesù a Cagliari, dove giunse nel 1565 e dove morì, in seguito ad una violenta malattia, il 18 marzo 1567. Fu canonizzato da Pio XI il 17 aprile 1938. Cfr. N. DEL RE, Salvatore d'Horta, in Bibliotheca Sanctorum, XI, Roma, 1968, pp. 602-603.