Bessude, 26 dicembre 1801
Non senza qualche impazienza attendo da qualche
amico l'operetta del professor Leo sull'Intemperie (1). Mi vi sarei associato, se ne avessi avuto l'avviso
opportunamente e tempestivamente. La leggerò, e ve ne scriverò
candidamente il mio sentimento. Io scrissi da giovine sulla stessa
materia un poema fisico, che nella seconda edizione crebbe al
terzo libro. D'ambe edizioni non conservo neppur un esemplare.
Fu accolto con plausi da' letterati d'Italia, ed anche di Germania.
Ora forse non sarei contento di quel lavoro giovenile (2). Noi qui non abbiam che nuove infauste, cioè,
che sarem privi de' nostri augusti Sovrani e Principi per sempre
(3). Pazienza, e rassegnazione. Pubblicandovi
la pace fra noi (dicesi già pubblicata nel continente il
dì 22 del cadente dicembre) sapremo il destin nostro. Frattanto
incominceremo ad aver degli stradoni emuli degli italici mercè
le sovrane provvidenze (4).
Vi auguro fausto felice fortunatissimo il prossimo anno in compagnia
de' vostri degnissimi fratelli, e con sincero attaccamento perfettissimo
sono
Il vostro affezionatissimo
Carboni
(1) Pietro Leo nacque il 2 aprile 1766 ad Arbus
(Cagliari). Frequentò il corso di grammatica e umane lettere
presso i religiosi delle scuole pie. Si iscrisse all'Università
di Cagliari nella facoltà di medicina grazie al supporto
economico di uno zio. Dopo la laurea, essendo morto il suddetto
zio, il Leo dovette ritornare nel suo paese natio, non potendosi
pagare gli studi di specializzazione. Si presentò al concorso
pubblico a Cagliari per la cattedra d'istituzioni mediche, che
si apriva nel 1794 e la ottenne con patente regia del 7 dicembre
1794. Nei suoi viaggi in Terraferma imparò i moderni sistemi
della scienza trapiantandoli in Sardegna. Seguiva con vivo interesse
le lezioni dei grandi professori italiani, studiava le migliori
opere e teneva colloqui scientifici con medici insigni. La sua
fama dilagò oltre l'isola: divenne socio dell'Accademia
dell'Agricoltura di Torino, dell'Accademia Imperiale Leopoldino
Carolina dei curiosi della natura di Erlangen, di quella Botanica
di Ratisbona e della Mineralogica di Iena. Fu aggregato alla Reale
società agraria. Il 20 febbraio 1798 ricevette la promozione
alla cattedra di medicina (materia medica) nell'Università
di Cagliari e venne considerato tra i migliori medici sardi. Nel
1801 pubblicò l'opera intitolata Lezione fisico-medica
di alcuni antichi pregiudizi sulla così detta sarda intemperie.
Si divide in due parti: nella prima dimostra che il clima sardo
non debba costantemente considerarsi malsano in quanto non tutte
le zone dell'isola sono paludose; che in alcune stagioni non si
sviluppano i miasmi; che le abitudini dell'isola sono comuni ad
altre terre, come ad es. la Toscana e la Romagna, che non sono
insalubri. Nella seconda parte combatte le tre credute fonti d'insalubrità,
cioè le paludi, le miniere, la mancata ventilazione per
l'altezza dei monti. Considera la china l'unico rimedio specifico
contro la malaria e decanta le virtù dell'oppio. Alla fine
del 1804 si recò prima a Montpellier poi a Parigi per approfondire
i suoi studi ma, poco dopo essere giunto nella capitale francese,
fu colpito da un morbo che gli fu fatale. Morì l'8 maggio
1805. Cfr. P. MARTINI, Biografia sarda, II, Cagliari, 1838, pp.
223-234; S. CABONI, Saggi diversi letterari e scientifici. Ritratti
poetico storici d'illustri sardi moderni, Cagliari, 1833, pp.
45-47.
(2) Si tratta del poemetto De Sardoa intemperie scritto dal Carboni
nel 1772.
(3) Negli ambienti politici torinesi circolavano voci insistenti
che attribuivano al re l'intenzione di rinunciare alla Sardegna,
cedendola alla Francia, in cambio del Regno delle Due Sicilie.
Cfr. M. PES, La rivolta tradita cit., p. 41.
(4) Fu istituito un fondo per la costruzione della strada Cagliari-Torres,
che sarebbe stata realizzata seguendo approssimativamente l'antico
tracciato romano della Karalis-Turris e che avrebbe preso il nome
da Carlo Felice perché costruita durante il suo regno.
I lavori sarebbero iniziati solo nel 1823 e conclusi sei anni
dopo. Cfr. A. CAOCCI, La Sardegna, collana di monografie storiche
regionali, Milano, 1982, p.147; C. SOLE, La Sardegna di Carlo
Felice e il problema della terra, Cagliari, 1967, p. 66; A. BOSCOLO,
L. BULFERETTI, La "Reale Società agraria ed economica"
e il risveglio ai primi dell'Ottocento, in A. BOSCOLO, L. BULFERETTI,
L. DEL PIANO, Profilo storico- economico della Sardegna dal riformismo
settecentesco al "Piano di Rinascita", Padova, 1962,
pp. 142-144