La poesia che segue, è inserita in uno dei cinque volumetti, intitolato "Selectiora Carmina" (Poesie scelte), pubblicati a Cagliari tra il 1834 e il 1835 a cura del bessudese arcivescovo della città Mons. Emanuele Marongio.

 

 DE FONTE NIGELLI

Sic tibi Hamadryadum quaecumque his praesidet agris,
Et quaecumque sub hoc flumine Nympha latet,
Sic faveat semper, frondente sub arbore nec te
Laedant aestivi tempora sicca Canis:
O fons aerii ductus qui vertice montis
Laberis undisono laeta per arva pede.
Plurima te circum ramis felicibus arbor
Crescit, et umbriferas explicat usque comas.
Hinc tecum Musae gaudent mutare Lycaeum,
Phoebus et Aonium deserit ipse nemus:
Cum quibus et nos aestivum lenire calorem
Suescimus, atque tibi florea serta damus;
Fallimus aut vacuas studio venatibus horas,
Sive agiles nulla ducimus arte choros.
Urbis ament alii spectacula: dulcia Divi
Haec mihi dent cunctis otia temporibus.

Chiunque sia delle Amadriadi quella che governa questi campi
e la Ninfa che si cela in questo fiume,
ti sia sempre benevola come ora, allorchè te ne stai sotto un albero ricco di fronde,
e non ti arrechino danno le secche giornate della canicola estiva,
o Fonte che dall'alta cima del monte discendi
attraverso la bella campagna con le tue onde sonanti.
Attorno a te crescono molteplici piante dai rami rigogliosi
e ti protendono le ombrose chiome.
Le Muse lasciano di buon grado il Liceo
per stare qui con te e Febo stesso abbandona il colle Aonio:
in loro compagnia anch'io sono solito lenire la calura estiva;
ed a te dono ghirlande di fiori;
trascorro il tempo libero dedicandomi alla caccia
oppure me ne vado in giro senza alcuna fatica.
Altri preferiscano pure gli spettacoli della città:
a me gli dei in ogni stagione concedono queste tranquille occupazioni.

 

Ad Ortalto (per i bessudesi " S'Ortu Altu"), a mezza costa tra il paese e il monte Pelao, il nostro poeta aveva un poderetto in cui amava trascorrere molto del suo tempo libero.
Qui scorreva ed ancora scorre il ruscello che dal monte scende alla valle costeggiando il paese.
A questo luogo, teatro delle sue occupazioni predilette, è dedicato questo breve carme, in cui la campagna bessudese si popola di divinità e personaggi dell'antica mitologia greca.

Traduzione e commento a cura di Gavino Cabras